MORTICANI

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I MORTICANI di FRANCESCO MAINO

INFEZIONE LINGUISTICA

ARZIGNANO

ENOTECA PALLADIO

SABATO 4 MAGGIO 2024

Francesco Maino introduce nell’impasto dell’italiano il lievito del dialetto; di quel dialetto parlato nel nord-est a cui, fin dalla prima opera, aveva negato il diritto di essere definito una lingua vera e propria, declassandolo a grezzo, sottolinguaggio proliferante, come una muffa, all’ombra della passiva accettazione della lingua istituzionale (l’italiano), da parte di un popolo che, in pochi decenni, ha liquidato qualsiasi valore appartenente alla propria tradizione per poter vivere “secondo leggi proprie”. È solo a partire da questo parricidio linguistico che Maino analizza e dà coerenza artistica alla realtà in cui agiscono i suoi personaggi. Allo stesso modo, nella lingua creata da Maino, il lievito di questo idioma perduto, inattingibile nella sua purezza, agisce sull’italiano e lo trasforma, gonfiandolo, ricoprendone la superficie di bolle, ecchimosi e tumefazioni, che oltrepassano il testo propriamente detto per riversarsi nelle numerose note a pie’ di pagina. Nulla viene risparmiato dal dilagare di una simile infezione linguistica.

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FONTE: https://www.leparoleelecose.it/?p=48333

MORTICANI

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I morticani Francesco Maino Incursioni

ARZIGNANO

ENOTECA PALLADIO

SABATO 4 MAGGIO 2024

Lettore-zero, qui saprai di Alfonso Della Marca, avvocatino e scrittore d’occasione, il quale, giunto all’acme d’una crisi maniacale, allettato a psichiatria, senza reticenze o timori snocciola al pubblico la sua personale Alcesti. In una terra dove ognuno vive secondo leggi proprie, si muovono quei morticani del titolo, infedeli dannati come le salme di certe tombe di Venezia sulle cui lapidi, a ben vedere, s’incideva il disegno d’un cane, cane d’un turco, turcomanno, turcazzo. «Maledetti i vostri antenati», dice il gergalismo. Morticani che gavé.